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Sponge City, una città contro le alluvioni

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Negli ultimi 30 anni, solo in Europa le alluvioni hanno colpito oltre 5,5 milioni di persone, causando quasi 3.000 vittime e generando danni economici stimati in oltre 170 miliardi di euro1. Solo nel 2024, eventi estremi come la tempesta Boris hanno devastato aree in Italia, Francia e Bosnia, causando migliaia di sfollati – per non parlare dell’alluvione di Valencia, il 30 ottobre, che in un giorno aveva già causato 250 milioni di euro di danni2. Dati, questi, che enfatizzano il dramma del cambiamento climatico, ma rivelano anche le gravi carenze delle infrastrutture urbane moderne, spesso incapaci di gestire precipitazioni sempre più intense e imprevedibili.

Per rispondere a questa emergenza, prende piede un nuovo modello urbano chiamato Sponge City (o città spugna). Un approccio, inizialmente sviluppato nei Paesi scandinavi e oggi particolarmente diffuso in Cina, che punta a trasformare l’ambiente urbano in un sistema resiliente, capace di assorbire l’acqua piovana, ridurre il rischio di esondazioni e riutilizzare le risorse idriche in eccesso.

Perché una città spugna?

Le alluvioni mettono a dura prova la tenuta urbana di una città: da Valencia all’Emilia Romagna, le ultimi catastrofi climatiche hanno svelato un nervo scoperto dell’edilizia contemporanea. Su tutte, la costruzione dei canali artificiali, che deviano i percorsi fluviali entro strutture cementificate: gli argini costruiti dall’uomo espongono le città a pericoli di esondazione – il cemento non è in grado di assorbire l’eccesso di acqua, né i canali di scolo possono molto contro esondazioni improvvise.

Da qui, la necessità di un modello urbanistico capace di contenere le alluvioni, entro un limite non pericoloso. In particolare, la Sponge City non si limita a contrastare le alluvioni: il suo obiettivo è creare un equilibrio tra natura e infrastrutture artificiali3. Infatti, la strategia di costruzione di una città spugna si basa su interventi integrati, che includono:

  1. Pavimentazioni permeabili: superfici capaci di assorbire l’acqua piovana, riducendo il deflusso superficiale e limitando l’afflusso verso le fogne.
  2. Bacini sotterranei: riserve idriche nascoste che raccolgono l’acqua in eccesso per poi redistribuirla in periodi di siccità.
  3. Aree verdi rigenerative: parchi, tetti verdi e giardini ottimizzati che non solo assorbono l’acqua, ma migliorano la qualità dell’aria e del microclima urbano.

Queste soluzioni vengono abbinate a sistemi di drenaggio sotterranei che incanalano l’acqua lontano dalle aree abitate, prevenendo danni e trasformando una risorsa potenzialmente distruttiva in un alleato per la sostenibilità urbana4.

Un modello sempre più globale

Fiore all’occhiello delle Sponge City, ad oggi, è sicuramente Singapore, città che mediamente registra 238 centimetri di precipitazioni annue. L’urgenza delle alluvioni, storico problema della città, l’ha resa pioniera di un approccio integrato che combina parchi urbani, giardini verticali e un’intricata rete di drenaggio per mitigare i rischi idrici e valorizzare gli spazi pubblici. Un enorme progetto di ristrutturazione urbana, portato avanti con il programma Active, Beautiful, Clean Waters (ABC Waters) che trasforma bacini idrici e corsi d’acqua in spazi pubblici multifunzionali, combinando estetica, funzionalità e sostenibilità. Un approccio che non solo mitiga i rischi climatici, ma migliora la qualità della vita urbana, offrendo spazi verdi accessibili e incrementando la biodiversità5.

Sempre in Oriente, ritroviamo la Cina, leader indiscusso nell’adozione delle Sponge City con oltre 200 città che stanno implementando questo modello grazie a massicci investimenti pubblici. Tuttavia, anche l’Europa si sta avvicinando a questa visione grazie a programmi di finanziamento come il progetto Grow Green, che sostiene soluzioni basate sulla natura per adattarsi ai cambiamenti climatici6. Un esempio italiano è Modena, che ha recentemente adottato strategie ispirate alle Sponge City per migliorare la gestione delle acque piovane.

Sponge City, un nuovo equilibrio urbano

L’importanza delle Sponge City non si limita alla prevenzione delle alluvioni. Si tratta di un modello che ripensa il rapporto tra città e natura, introducendo pratiche urbanistiche più sostenibili e lungimiranti. Pavimentazioni permeabili, tetti verdi e riserve idriche non solo migliorano la gestione idrica, ma offrono benefici collaterali come la riduzione delle isole di calore e la creazione di spazi più vivibili per i cittadini.

Per architetti, urbanisti e professionisti dell’edilizia, il modello della Sponge City rappresenta una sfida e un’opportunità: è un invito a progettare città non solo resistenti alla natura, ma capaci di collaborare con essa, in una sinergia capace di integrarne i ritmi.


1 SkyTG24, Dal Belgio alla Germania alla Spagna: in aumento e più violente le alluvioni in Europa.
2 Wired, Valencia, il bilancio dell’alluvione si aggrava di ora in ora.
3 ACO, Principio delle Sponge City
Nuove Rigenerazioni, Sponge City: un modello adattivo di città.
5 Business Insider, Singapore has come up with an ingenious way to save water.
6 Sito ufficiale del Grow Green Project.